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«A canson del Vajont» premiata a San DonàIl Gazzettino Ed. BELLUNO, CULTURA & SPETTACOLI - Domenica 13 Settembre 2009,Il monte Toc diventa 'Patòcco' e «no se move a diga del Vajont/perché la tien su el disgusto». Sono alcuni versi del rap «A canson del Vajont», in dialetto veneto, scritta e interpretata dai Taz Burroughs di San Donà di Piave. E la prima parte del testo, quella scritta da Francesco Morando, oggi nella stessa San Donà riceverà il Premio "Lisa Davanzo" di poesia dialettale. Un testo molto lungo quanto appassionato e indignato. A fare da ritornello, l'unica parte in italiano, le parole scritte su una lapide del vecchio cimitero di Fortogna: «Barbaramente e vilmente trucidati/ per leggerezza e cupidigia umana/ attendono invano giustizia/ per l'infame colpa». Parole che scavano nella memoria e fanno arrossire se si pensa che sul paradigma del Vajont si sono continuate a declinare tante altre vicende italiane: «Un omo, cossa xeo sto omo?/ quae bestia pa interessi pissa in testa ai so simii?». «Da molti anni mi documento sul Vajont - racconta Morando -, primariamente per l'orrore e l'inquietudine nati dai racconti di genitori e nonni che m'han portato prima a visitare e in seguito a peregrinare intorno alla diga. Ogni volta che vi tornavo, provavo la stessa sensazione di disgusto congiunta al terrore d'un quotidiano perpetuo eccidio. Per questo ho deciso di chiedere agli amici di scrivere una canzone su questo argomento».
Attorno al progetto libero Taz Burroughs, che ha base al villaggio dei Fiori di Spinea, gravitano almeno sei persone: le voci Sandro «Lion» Zanotto, Diego «Sly» Colussi, Francesco «Ethos» Morando e Luca «Omnir» Marin, il deejay e produttore Mauro «Eugene» Bevilacqua e l'istrione Alessandro «Babble Boogie» Bonaldo. Giovanni Santin |
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"Mi consenta"......![]() |
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