Ridare un'anima a Longarone

Pierluigi De Cesero, eletto nel 2000 tra le file di Forza Italia, è il giovane sindaco di Longarone. Nella tragedia, avvenuta sei anni prima che nascesse, perse due zii, un cuginetto di quattro anni e un altro che stava per nascere. Alla sua amministrazione sono finalmente arrivati i 77 miliardi di lire con i quali si è chiusa la transazione tra il Comune di Longarone e gli enti riconosciuti responsabili del disastro:

- l'Enel (la proprietaria della diga venduta dalla Sade pochi mesi prima della tragedia),

- la Montedison (che rilevò la Sade) e

- lo Stato italiano, il responsabile dei Lavori pubblici.


Sindaco, cosa farete a Longarone con questi soldi? 0

Abbiamo dato avvio a un programma per la riqualificazione urbana di Longarone. Il nostro paese è ricresciuto da zero dopo la tragedia, ma non ha un suo centro, è quasi come la periferia d'una grossa città, senza una sua identità. Non ci sono luoghi di incontro, non c'è una piazza con bar e tavolini all'aperto. Per questo abbiamo pensato di ristrutturare piazza 9 ottobre per cercare di ridare l'anima andata persa con la catastrofe, e per creare spazi per spettacoli pubblici, concerti e rappresentazioni teatrali.
Longarone ha bisogno di ricostruire una sua identità sociale. Per questo progetto prevediamo di spendere 20 miliardi di lire. Dobbiamo poi pensare modificare il Palazzetto dello Sport, vera e propria cattedrale nel deserto che basterebbe a soddisfare le esigenze di Padova e Verona, per noi fonte di un passivo di 400 milioni all'anno. Demolirlo costerebbe tre miliardi e mezzo.
Abbiamo quindi pensato di ridimensionare la parte per il pubblico - da 2500 a 1500 posti - e di ricavare spazi che potremmo affittare per manifestazioni di vario tipo. È prevista una piscina aperta tutto l'anno. Ci sarà anche un cinema. Il costo del progetto è di circa 5 miliardi e mezzo.

Ma per ricordare la tragedia del Vajont avete in programma qualcosa?

Per prima cosa è necessario risistemare il cimitero delle vittime a Fortogna. Vogliamo mettere un ceppo commemorativo per ogni vittima. Molti vengono da tutta Italia e anche dall'estero per visitarlo. È doveroso dargli una dignità monumentale. Abbiamo per questo previsto un costo di 7 miliardi. Abbiamo anche in progetto un "museo diffuso" - con uno stanziamento di circa 3-4 miliardi - che riguardi tutta l'area. In accordo con la Montedison verrà costituita per cinque miliardi una "fondazione Vajont", un punto di riferimento e di ricerca internazionale per tutti i problemi legati a quella notte di quasi quarant'anni fa. Non dimentichiamo che quello che successe qui è ancora fonte di studio da parte di esperti di tutto il mondo.

I superstiti chiedono che venga ricostruita la chiesetta di Pirago a fianco del campanile... 0

In questo caso non sono d'accordo.
Il campanile è un monumento storico importante. Sarebbe una violenza costruirgli a fianco una chiesa nuova, anche se stilisticamente simile a quella di un tempo. Ma se la gente di Pirago vuole una sua chiesetta altrove, ne possiamo parlare...

Avete in preventivo scavi lungo il torrente Maè per il recupero delle vittime mai ritrovate?

In quel luogo è probabile che si trovino dei corpi. Ma per il momento non vi è alcun progetto di scavi sistematici.

Presso il tribunale dell'Aquila sono ancora conservate le foto delle vittime scattate per il loro riconoscimento, oltre a documenti e oggetti recuperati dalle macerie.
Molti superstiti desiderano tornarne in possesso, visto che spesso sono gli unici ricordi rimasti dei loro cari: lei pensa sia possibile?

Farebbe un grande piacere anche a me riuscire ad avere tutti quei reperti qui a Longarone. Ma vi sono due ordini di problemi. Il primo è certo banale e risolvibile con poco sforzo: il materiale è molto, occupa due ampie stanze. Si dovrebbe creare uno spazio apposito per accoglierlo. Sicuramente i reperti potrebbero essere ospitati, una volta costruito, nel "museo diffuso".
Il secondo problema è più arduo: per entrare in possesso delle foto e dei reperti è necessaria una legge ad hoc**. La loro destinazione finale, dopo l'Aquila, dovrebbe essere l'archivio storico di Roma.
È necessario che qualche parlamentare proponga di dirottarli su Longarone.

Webmaster: inf251k1@ud.nettuno.it

 

**= Nota di Tiziano Dal Farra:
se il problema fosse solo di ottenere una (altra) leggina ad Hoc, è sufficiente una telefonata al capo puttaniere e NON c'è problema, io dico....

berlusconimpunità

Inoltre, per la buona pace dell'archivio storico della Repubblica, vorrei ricordare che dall'epoca del processo
sono apparse tecnologie sufficienti (scanners, DVD) atte ad archiviare delle ottime COPIE.
Gli originali, potrebbero - e dovrebbero - poter tornare senza dispendio e troppi sforzi "a casa loro".

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