Lo scoop del secolo emerge dalla nebbia del tempo!!
Un articolo del 2000, recuperato tra i molti che giacciono nelle montagne di carta a margine delle vicende vajontine o correlate, celebra - a mio parere significativamente - una delle maggiori e oscene truffe mediatiche a cavallo del cambio millennio. Mentre chi ha sofferto ed ha la famiglia interrata a Fortogna non ha voce grazie ad una stampa nazionale e locale cloroformizzata da cinquant'anni ed oltre dal lavorìo della MAFIA LONGARONESE, uno stuolo di autentici guitti valligiani senz'arte né parte ottiene visibilità a piene pagine per seminare cumuli di vaccate, oblìo e autentiche truffe storiche, nell'indifferenza o totale ignoranza degli argomenti da parte di chi - giornalista o comunque pagato per farlo - dovrebbe «per mestiere» controllare le proprie fonti d'informazione, INFORMARSI e informare correttamente POI i propri lettori.

Ma il "Vajont" da quarant'anni è appunto questo: un "giornalismo" becero, deviante e deviato, che si autocensura e propina dai tempi dei paludati Montanelli e Buzzati falsi miti e false verità, a dimostrazione che la Memoria del Vajont viene piegata, deformata ed arricchita ogni giorno di nuove nequizie, puntualmente senza farsi, o porsi, alcuno scrupolo. Nelle pagine in esame, un mascalzone locale ampiamente sopravvalutato si scava una nicchia mediatica, unendo l'utile al dilettevole. Il rischio, come sempre nei casi ove non esiste cultura da parte dell'intervistatore, né alcun limite da parte dell'intervistato, è di esagerare con la fantasia e le puttanate.
Io trovo assolutamente spregevole e miserabile fare questo sulla pelle e l'inaccettabilità di 2.000 innocenti trucidati. Ma tant'è.
Forte di questi "successi" (rarissimamente si chiedono informazioni corrette ai diretti interessati, nel "Vajont") il Fenomeno negli anni a seguire la improvvida prefazione a una raccolta di memorie ALTRUI pubblicata a $uo nome metterà in piedi una autentica "ditta" (che si allargherà anche ai "romanzi") su una fama di cartapesta. Guadagnata, come ripeto e sottolineo, grazie ad un abbaglio collettivo innescato dal capofila dei boccaloni Lucio Magris. E come la Costituzione ed il codice penale consentono anche ad un delinquente di mentire nel processo, così il Nostro ha la facoltà di dire tutto quello che gli pare, il suo contrario ed oltre.
Facoltà di replica che mi arrogo anch'io, in nome degli stessi diritti (Art. 21) della Carta Costituzionale, in difesa di chi questo soggetto oltraggia in pensieri, parole, "opere" e OMISSIONI pressoché quotidiane, e per lucro.

ONORE perpetuo a Corona Mauro: a 13 anni già combatteva la costruzione della DIGA, inascoltato!!
Lottava al fianco della Merlin, insomma....

(e magari anche da PRIMA, dall'Asilo...)

MA VAFFANCULO!!!

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Peccato solo che la distratta giornalista Tina Merlin non ne sia rimasta colpita tanto da accennarlo nei suoi appunti, articoli o ai suoi familiari...
Questo 'articolo' che credo risalga al settembre 2000, e uscito su "STOP" (genere di letteratura gossip che prospera negli ambulatori) risulta perfetto per dimostrare la assoluta estraneità del Fenomeno all'evento "Vajont" e sull'impatto TOTALMENTE NEGATIVO determinato da "giornalisti boccaloni" che diffondono notizie (o presunte tali) totalmente avulse dalla realtà dei FATTI. Un minimo di ricerca e informazione PRIMA delle «interviste», soprattutto da chi si accinge a informare i propri lettori sarebbe perlomeno auspicabile. Ma tant'è.
Il povero Roberto Fiasconaro (nomen omen?) viene infinocchiato puntualmente dal Nostro, che suo tramite va a sodomizzarsi - virtualmente, per carità - tutti i distratti e disinformati acquirenti della "rivista". Vediamo dunque di porre l'accento sulle varie stronzate che questo «Maestro di vita» (e 'poeta', e 'sopravvissuto', e Artista, scultore, scrittore di successo, e personaggio di fumetti, e attore e doppiatore di se stesso, eccetera) mette in fila in poche righe, mettendo TRA L'ALTRO seriamente in forte dubbio la sua "diretta partecipazione" agli eventi del 9 ottobre '63.

A margine va annotato che l'individuo, dopo aver partecipato nel film - va da sè - nella particina dell'oste (!) collaborazionista della SADE che fa propaganda per convincere i paesani a vendere «e vendersi», qualche anno dopo sputerà sul piatto dove Martinelli lo fece "mangiare" sostenendo (il 'letterato', l'Illuminato, l'intellettuale!) che il film presentava gli Ertani come degli zoticoni, eccetera. Ma... se l'era pur letto, il copione, PRIMA... E questa alterigia postuma, in diverse interviste a marchetta, secondo me se la poteva risparmiare. Oppure, se il Suo Animo Nobile (presuntissimo) fosse prevalso, doveva altrettanto nobilmente rifiutare una "parte che non gli apparteneva".
Ma, si sa com'è... perfino i maiali 'tengono famiglia'...
Salvo poi pontificare gravemente in altra solenne prestazione narrativa "a contratto" che «Si sa, la riconoscenza [quella DEGLI ALTRI] è un sentimento di neve che si scioglie appena arriva il sole».
Cazzo, da che pulpito: applausi, autografi, dissolvenza, titoli di coda.
(e un altro VAF_FAN_CULO).

INFORMAZIONI AL CONSUMATORE di TRASH....
coronaVenduto
(istruttivo ritaglio di articolo locale, 2006)

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(clicca l'immagine x ingrandire e leggere (!)...

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Minkia! Il piccolo intellettuale aveva anche poteri paranormali. Non riusciva nemmeno a dormirci, il poverino, e si agitava ma conoscendolo (era all'epoca un giovane teppistello, e peggioro' negli anni a seguire), in valle nessuno se lo cagava. Eppure, a leggerlo in questa pseudointervista/monologo, egli (e la Merlin) se solo fossero stati ascoltati come si deve da chi di dovere avrebbero (o meglio, "Lui, avrebbe") potuto salvare 2.000 vite, passando alla Storia e precocemente alla Gloria.

Mio commento: ma con tutto il rispetto per chi se lo merita DAVVERO, e per chi legge: nelle serate, comparsate TV, interviste, non lo manda mai a cagare nessuno?? Allora lo faccio io.
Si dà il caso che in un'altra delle numerose «interviste a perdere» su "Il Piccolo" di Trieste, tre anni piu' tardi, l'Illuminato abbia dato una versione molto piu' aderente alla realtà soprattutto sul piano AUTOBIOGRAFICO, affermando: «Sapevo che c'erano un sacco di morti, ma non me ne importava nulla. Solo dopo ho imparato a dare il peso giusto a quello che era successo».
Che, tradotto dal solenne linguaggio ©oronarico, significa:
"Da giovane me ne strafottevo altissimamente, di tutti e di tutto. Di tutto quello che non mi suscitava interesse, e meno che mai i morti (che NON HO avuto) o la catastrofe che mi ha incasinato la vita, già abbastanza grama di suo (e questo è vero, ma vale per TUTTA la valle). Poi, invece, per il solo fatto che i miei abitassero per combinazione e sfiga qua, un giorno mi si sono aperte opportunità insperate per non dovermi GUADAGNARE il pane SUDANDO come loro. Bensì per vivere - trincando senza freni, of course - e prendendo per il culo tutti quelli passati da 'ste parti. E PAGATO per farlo!".

"Mi ha segnato la vita": e si vede, noto io, ma non certo nel senso che suggerisce nel racconto. "Anzi l'ha sconvolta a me" (pregasi adesso notare la netta demarcazione fra sè e "gli altri", freudianamente significativa) e "a TUTTI QUELLI che sono SOPRAVVISSUTI".
Come volevasi.
Traduzione, mia: "oggi ha vita "sconvolta" in quanto da qualche anno deve spostare il culo (esponenzialmente) per sostenere i ritmi e il marketing Mondadori e le comparsate in TV o nelle sagre cortinesi; sconvolgendo però certamente la vita intima dei Sopravvissuti, feriti dalle balle e dalle oscenità che questo svergognato miserabile diffonde attorno a sè via stampa e radio (vedi qui alla voce "Coi soldi in tasca, i morti si piangono meglio", l'ha detta lui). Punto.

Uso una citazione seguendo il Fenomeno sul suo terreno: «Puoi ingannare tutti una volta, puoi ingannare molti molte volte, ma non puoi ingannare tutti PER SEMPRE» (questa è di Abramo Lincoln, non di "borges")

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(clicca l'immagine x ingrandire e leggere (!)...

vergognati, Infame...L'unica cosa davvero valida di queste 3 pagine peraltro perfettamente inutili di "STOP". Interessantissima la foto colla didascalia "Si sono salvati" (ingranditela), che sarà oggetto di una prossima, dettagliata, PAGINA per incominciare a capire davvero le miserie del "dopoVajont", ed in particolare le mistificazioni in atto da parte dell'amministrazione mafiosissima della "Memoria" longaronese. Promesso!!

Tornando a noi ed all'oggetto di queste paginette. Va detto una buona volta, e occorre riconoscerlo e soprattutto capirlo: Mauro Corona c'entra col Vajont tanto quanto Aldo, Giovanni e Giacomo (e spero che il trio non me ne voglia, essendo solo una citazione a titolo di esempio, la prima che mi è venuta in mente).
Oppure c'entra tanto quanto me, che abitavo 16 km a valle di Longarone, a Belluno, presso il Piave.


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Un giornalista tanto lirico quanto sprovveduto indicava, tempo fa, come un "uomo dalla memoria eccezionale" questo impunito. Se dovessimo credere ANCHE a questa baggianata, in questo « articolo» dovremmo trovarne la prova. E invece, vedi sopra Lincoln e i coperchi delle sue pentole, le cose andarono ben diversamente:
il 9 ottobre 1963, suo padre e sua madre erano ben lontani da Erto (e il Vate Mauro, se è per questo, anagraficamente è un IMMIGRATO nel 1956 da Trento).
Il padre stava bracconando da cinque giorni nei monti e torno' in paese, probabilmente dopo aver sentito l'eco dell'immenso boato, dopo un giorno di marcia, trovando già pompieri, soldati e elicotteri in paese (N.B.: e paese intatto!).
La madre invece, fuggita di casa sei anni prima dal marito violento e ubriacone (un fatto sottolineato da Corona in diversi racconti e libri) ha fatto perdere le proprie tracce e ritornerà ad Erto sette o otto anni dopo il disastro.
La domanda ora sorge spontanea: in base al testo dell'intervista "nero su bianco", come dobbiamo chiamarlo, Mauro Corona?? (suggerimento: immenso stronzo, cialtrone?)
E il Roberto Fiasconaro di STOP? (suggerimento: babbeo?)
Inoltre, come sempre capita a chi VUOLE strafare, leggiamo che "l'onda assassina (parole potenti, come disse Paolini, ... ma di Buzzati) passo' sopra la mia casa, catapultandosi nella valle sottostante (vero, ma in direzione OPPOSTA a Erto...). Tutto l'abitato di Longarone venne spazzato via, eccetera. Intanto, A MONTE della diga, eccetera".
Che contorsioni topografiche, mentali e fattuali. Solo un ubriaco al terzo fiasco, o un gran figlio di puttana patentato che abbia davanti un ignorante totale puo' snocciolare tante falsità e approssimazioni senza arrossire. (Per la cronaca: a Longarone rimasero intatti Municipio e 24 edifici; è Storia, un fatto, e sta nei resoconti dei VV.FF.).
E che dire di chi le raccoglie senza farsi alcun problema, e glie le pubblica (piegato a 90 gradi)?

Non so se si nota, ma (letteralmente) un lettore attento ma sprovveduto s'immagina la casa di Corona appesa sotto il coronamento della diga... Lo stesso tipo di errore "posizionale e lessicale" - quello di nominare "Erto e Casso" DOPO aver evocato Longarone, Castellavazzo, eccetera - che generò nel '63 via giornali e telegiornali scritti a Milano o Roma da chi NON sapeva la situazione topografica la «leggenda» di "Erto e Casso DISTRUTTI". E situandoli perciò in qualche punto lungo il Piave tra Longarone e Ponte nelle Alpi (che si trova 9 km a valle di Longarone).
Il peggio, tuttora, è di riscontrare che queste "informazioni dopate" perdurano, atrocemente radicate nell'immaginario collettivo, anche e soprattutto a causa di articoli/marchetta come questo. E il Fenomeno ci vive alla grande, recitando a braccio, con evidenti contraddizioni (e spudorate menzogne) queste ed altre superCazzate.
Come quest'altra: che ad Erto (sempre secondo Lui) "cominciarono a scavare nel fango, nel buio della notte". E questo è verissimo, ma successe a Longarone, e non certo nella vecchie Erto e Casso - illese - dove i presenti (a centinaia, e non "pochi altri") si rintanarono atterriti in attesa dell'alba e non c'era proprio nulla o nessuno da dover "scavare nel fango". E né tantomeno "nel buio della notte coi soccorritori": i primi VV.FF. di Udine arrivarono, aprendosi la strada dal lato Cimolais, solo alla luce del giorno dopo.

E che dire poi, e concludo, colla storia del "boato"???
Stando a diversi indizi e balle come queste (e vedi anche in cima, il riquadro) non è ASSOLUTAMENTE VERO che il Fenomeno fosse FISICAMENTE ad Erto, il 9 ottobre '63: questo te lo dice lui. Dice tante cose, "Lui". Lui che il "Vajont" fino a prova contraria se lo è fatto raccontare pochi anni fa.

Ma io (io Tiziano Dal Farra) dico che a 'sto punto, preso abbondantemente atto della mancanza di limiti, buon gusto e dignità, e della assoluta falsità che permea e circonda questo individuo, che questo dettaglio non è di alcun interesse.
Qualsiasi cosa dica, possa mai dire o inventarsi il Sig. Mauro Corona da qui all'eternità in argomento «Vajont» sarà, a mio parere, assolutamente IRRILEVANTE. Troppe ne ha sparate, vomitate o bofonchiate tra una sbornia e l'altra, fra una serata e l'altra negli ultimi anni: tutto, e il contrario di tutto (e ben oltre!) per accordargli una minima credibilità. Anche se solo ti rispondesse - da sobrio(!) - che ore sono.

«Legittime prede di costui», e del suo editore attuale, parafrasando Luigi Einaudi economista, «sono coloro che CREDONO ancora alle favole». Alla favola dell'Artista eccetera, e del Sopravvissuto del Vajont in particolare: come capita, di regola, a chi vive FUORI dalla provincia di BELLUNO.

Il vero guaio fu che nel secolo scorso ci cascarono, e per questo loro abbaglio gli accordarono tempo e fiducia, un Murer e un Magris (!). Il furfante, grazie alla fama e alla stima meritata, e guadagnata che questi galantuomini possedevano, ebbe modo di accedere a luoghi e a personaggi, e a accogliere o rincorrere frotte di giornalisti, che in condizioni normali non si sarebbe nemmeno sognato. E da allora vive "di rendita" e nell'equivoco permanente, alimentando un falso mito ma dei concreti C.C. bancari. Il risultato di questa miserabile farsa, oggi è sotto gli occhi di tutti: Corona ha ROTTO gli ARGINI, è tracimato e continua a farlo "a prescindere", come diceva Totò.
Al lettore ORA farsi un suo giudizio.
Quanto al mio, è noto almeno da un paio d'anni.

Amen.



Teseo:      "Mi chiedo se anche il leone avrà qualche sua battuta da dire".
Demetrio: "Non c'e' da meravigliarsene, signore. Può ben dire la sua il leone, quando c'e' così tanti asini in giro* a dir la loro"
( William Shakespeare)
[* = Artisti, poeti, scalatori, scultori, sfaccendati semplici... o con una tastiera in mano, n.d.r....].

Ritagli di giornali (qui su Corona Mauro), libere opinioni, ricerche storiche sul dopo-Vajont e testi* di: Tiziano Dal Farra
(* = se non diversamente specificato o indicato nel corpo della pagina)

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