NOTE 2009 del curatore di queste pagine (Dal Farra Tiziano): Leggilo, e fallo cercare e leggere. Regalalo a chi ami o stimi davvero: |
9 - X - 1963"[...] Chi ha perso parenti, amici, portati via dall'onda di morte quella notte di luna piena del 9 ottobre 1963 ancora aspetta giustizia. Ma una giustizia che arriva troppo tardi non può mai essere giusta. L'unica cosa che ora si può fare per loro è almeno ascoltare le loro storie.E lottare insieme a loro per ridare dignità ai loro morti. Nel ristrutturare (nel radere al suolo) il cimitero delle vittime di Fortogna, il sindaco di Longarone ha detto ad un familiare che voleva mettere dei fiori sulle nuove tombe dei suoi parenti, cippi di marmo anonimi, mal scolpiti e senza nemmeno la data in cui la tragedia avvenne:«Questi non sono più vostri morti, sono "i morti di Longarone"». Questo è l'ultimo atto. Rubare anche i morti ai loro familiari. Alcuni parenti hanno smesso di frequentare il cimitero. Qualcun altro ha cominciato un'altra sua piccola rivoluzione. Ha preso sassi bianchi in vari luoghi della zona, dove si ergeva la sua casa, sulla frana, lungo il corso del Maé o del Piave, e ha 'costruito' una croce. Chissà se qualcuno avrà il coraggio di toglierla perché disturba l'ordine teutonico con il quale si è voluto togliere l'anima al cimitero. Su una lapide che si incontrava visitando il vecchio cimitero si leggeva: "Barbaramente e vilmente trucidati per leggerezza e cupidigia umana, attendono invano giustizia per l'infame colpa. Eccidio premeditato".Chi l'aveva voluta era Luigino, marito di Giovanna e padre di Gianni, Maurizio e Roberto, sette, sei e quattro anni. Tutti morti. E lui, unico superstite, per quella lapide era stato interrogato dal magistrato che voleva fargliela togliere. Senza peli sulla lingua aveva risposto:"Chi la tocca è un uomo morto. Questa lapide deve rimanere qui per sempre". [ Ascolta e leggi QUESTA canzone ] Luigino è morto a sessant'anni di dolore e per un tumore. La sua lapide, nel nuovo cimitero, non c'è più, fa parte delle memorie scomode che si sono volute togliere. Il sindaco dice che insieme alle altre troverà collocazione in una parte del cimitero. Ma i lavori sono finiti da un anno e delle lapidi non c'è traccia. Forse non si è ancora riusciti a trovare un posto sufficientemente remoto per nascondere i segni di quella vergogna che è stata, che è il Vajont. Sostenere la campagna per la raccolta firme(la raccolta su carta è terminata il 4 Giugno 2007 e consegnata in Quirinale)Quello che successe e succede al Vajont si ripropone nel tempo, ogni volta che ci sono vittime lasciate sole, in qualsiasi parte del mondo, per un terremoto, un'alluvione, uno tsunami. È giusto commuoversi il giorno in cui una tragedia avviene, ma è doveroso anche non dimenticarsi di seguire "come va a finire la loro storia", mesi, anni e anche decenni dopo. (da un brano della giornalista Lucia Vastano, estate 2003) Leggi della Campagna "Voglio le scuse!" (2005/2007) Qui la Staffetta della Memoria Udine - Erto - Roma, giugno 2007 Ora, se vuoi, FACCIAMO un breve giro al Cimitero monumentale della Vergogna, quello STUPRATO dal giovane sindaco De Cesero, (e una settimana dopo la "inaugurazione", anche sconcio presidente di una laida "Fondazione Vajont"). Cimitero dei MORTI DI MAFIA del "Vajont". Le mie impressioni durante la seconda visita, senza piu' attorno la folla e il brusio dell'inaugurazione. Meditando da solo, [apparentemente...]
ATTENZIONE: puoi scaricare da qui le foto della mostra permanente al Cimitero. Sono 2,8 MB. (ma NON è ancora FINITA......) cimitero del Vajont, Vajont, Fortogna, cimitero monumentale, disastro del Vajont, Longarone, cimitero di Longarone |