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ITOIZ: un gigante coi piedi di argillaGli studi circa l'instabilità delle sponde che circondano il lago artificiale di Itoiz non sono recenti. Già nel 1989 - 5 anni prima dell'inizio dei lavori - il Governo della Navarra dispose uno studio sulla possibilità di franamento della sponda sinistra. Questo rapporto fu occultato dall'opposizione [allora di destra, n.d.r. Poi sarebbe passata al Governo, con José Maria Aznar]. 10 anni dopo, il Ministero dell'Ambiente realizza diversi sondaggi nella sponda citata e investe qualcosa più di 80 milioni di pesetas per accumulare materiali inerti e rocce alla base della stessa, soluzione questa inutile sotto ogni aspetto per contenere suoi possibili franamenti, giacché in ogni caso aiuterebbe solo a fare in modo che i franamenti divengano di maggiore entità. È a partire dal 2000 quando, su richiesta del Comitato «Coordinadora de Itoitz», Antonio Casas (Geologo, Titolare della cattedra di Scienza della Terra alla Università di Saragozza) e Arturo Rebollo (Ingegnere e geologo) - entrambi tecnici di chiara fama - realizzano dei rapporti in cui sottolineano la totale mancanza di stabilità delle sponde del lago, non solo quindi della sponda sinistra, essendo queste costituite da materiale denominato "flisch", che con l'imbibirsi d'acqua diviene altamente scivoloso. A. Rebollo avvisò della possibilità di 7 rischi catastrofici che si produrrebbero dalla rottura della diga o dalla sua tracimazione, il che comporterebbe la inondazione repentina del corso dei fiumi Irati, Aragòn ed Ebro e la morte di migliaia di persone, oltreché gravissime perdite economiche. Né è da dimenticarsi la centrale nucleare di Ascò, che già ai suoi tempi ebbe problemi coi getti delle fondazioni, ed è situata sul greto dell'Ebro e che da una calamità del genere verrebbe colpita con conseguenze assolutamente imprevedibili. Inoltre, le 2 dighe (primaria e secondaria) di Itoiz, catalogate su documenti ufficiali come "di massima pericolosità" (Cat. "A"), sono localizzate in una zona sismica sufficientemente attiva - in cui si sono registrati sismi di grado 5 nella scala Richter - ed è risaputo che i grandi invasi provocano un aumento dei rischi di movimenti tellurici.
Davanti all'accumulazione dei dati che dimostrano la mancanza di sicurezza del citato lago, l'Amministrazione non si è nemmeno disturbata a ribatterli. E sempre si è negata a rilasciare i permessi necessari perché dei tecnici indipendenti possano fare degli studi "in loco". In compenso, non ha nessuna difficoltà ad annunciare una grande campagna pubblica per tentare di dimostrare la "totale sicurezza" del progetto, campagna naturalmente finanziata con altro denaro pubblico. Per questi governanti senza scrupoli, nomi come Vaiont, Frejus, Tous, Aznalcollar,.... non sembrano significare nulla. Ignorando il fatto che ogni anno vari bacini in tutto il mondo soffrono incidenti importanti. I piu' recenti sono stati i casi di 2 laghi artificiali, in Siria e in Tagjikistan, che nel 2002 hanno causato numerose vittime.
ALLARME ROSSO, DOVUTO AGLI ULTIMI ACCADIMENTI:Dopo un anno di prove di invaso, possiamo affermare senza alcun genere di dubbio che il lago artificiale di Itoiz è un monumentale IMBROGLIO. Gli ultimi accadimenti successi attorno al bacino di Itoiz confermano una volta di piu' le ipotesi di Antonio Casas e Arturo Rebollo, e non fanno altro che accrescere la nostra preoccupazione:OTTURAZIONE DEGLI SCARICHI DI FONDO:Anche preso singolarmente, ognuno dei 4 fatti summenzionati è sufficiente a paralizzare le prove di riempimento e invalidare un progetto. E i 4, tutti assieme, con molta piu' motivazione. E senza dubbio lontani dal fermare queste opere, ci minacciano proseguendole ancora, dimostrando una gran prepotenza temeraria e CRIMINALE. Non solo non hanno dato risposta alle denunce presentate dai tecnici e dal Comitato, ma anzi continuano a non permettere l'accesso alle opere per comprovare in loco la portata dei problemi che hanno incontrato.
dal Comitato «Coordinadora de Itoitz» FONTE: http://www.sindominio.net/sositoiz/marcos/conjunto_cas.htm > inseguridad
Clicca sull'immagine e leggerai la mia traduzione dell'area "Vajont" nel sito spagnolo www.itoizstop.org Osserva tempi e quote tratte dal "Piano di emergenza" ufficiale a cura della CHE. Se conosci lo spagnolo (ma le immagini parlano da sole, e così pure i filmati) puoi anche leggere il documentatissimo sito www.yesano.com.
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