"VAJONT, una frana annunciata", di Francesco Niccolini,

qui nella stesura servita per allestire il monologo teatrale di Marco Paolini.
(i commenti tra parentesi sono miei)


Vajont_Dam0  Nessuno scivolamento si produce da un minuto all'altro. Tale comportamento è impossibile per una montagna. Ogni scivolamento deve esordire in maniera lentissima. La gravità mette il fenomeno in movimento, la coesione e l'attrito frenano il movimento. Più grande è la massa che sta per cadere, maggiore è il tempo necessario per l'avvio dello scivolamento. Per i grandissimi scivolamenti la preparazione può durare decine oppure centinaia di anni.
Anzitutto deve essere raggiunto l'equilibrio tra le forze gravitazionali dirette verso il basso da una parte e le forze resistenti dall'altra, ma anche a questo punto numerosi 'fili' devono ancora essere rotti perchè la gravità prevalga.
E tutto ciò si protrae per un certo tempo e per un certo numero di giorni; i 'fili' rimasti saranno rotti uno dopo l'altro finchè la massa non precipita in qualche minuto, con grande accelerazione verso valle.
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   Prof. Albert Heim, 1932.... [Albert chi?? Note telegrafiche sul geologo Albert Heim]

Le fonti di riferimento e le loro abbreviazioni nel testo:

CM = Commissione Ministeriale: Ministero dei Lavori Pubblici, Commissione d'inchiesta sulla sciagura del Vajont, Relazione al Ministero dei Lavori Pubblici, 15 gennaio 1964

CP = Commissione Parlamentare: Senato della Repubblica, IV° legislatura, Commissione Parlamentare d'inchiesta sul disastro del Vajont (Legge 22 maggio 1964, n. 370). Relazione finale 15 luglio 1965, Roma

CPA1 = Idem, allegato 1. Relazione di minoranza degli onorevoli Busetto, Vianello, Gaiani, Lizzero, Scoccimarro, Gianquinto, Vidali e Alicata

SGI = Sentenza del Giudice Istruttore Mario Fabbri, Tribunale di Belluno, N. 85-64 G.I., 20.2.1968

PAS = Mario Passi, "Morire sul Vajont. Storia di una tragedia italiana", Padova, ed. Marsilio, 1968

MERL = Tina Merlin, Vajont 1963. La costruzione di una catastrofe, Venezia, ed. Il Cardo, 1993, riedizione di "Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso Vajont", Ed. La Pietra, Milano, 1983

ASC = Odoardo Ascari, "Una arringa per Longarone", Feltre, Tip. Castaldi, 1973.
(Qui la versione online e la versione scaricabile)


PRIMA PARTE, gli anni dal 1928 al 1960


1928

4 agosto - prima relazione del geologo professor Giorgio Dal Piaz per la progettazione di un bacino artificiale: «Le condizioni strutturali dell'intera conca del Vajont, per quanto l'apparenza possa trarre nell'inganno, in sostanza non sono peggiori di quelle che si riscontrano nella grande maggioranza dei bacini montani dell'intera regione veneta» (CM 42)

1929

30 gennaio - la Società Idroelettrica Veneta di Giuseppe Volpi chiede la concessione di derivazione del torrente Vajont per la produzione di energia elettrica, corredata dal progetto dell'ingegner Carlo Semenza

 

1937

9 agosto - relazione geologica Dal Piaz

 

1940

5 giugno - relazione geologica Dal Piaz

22 giugno - la Società Adriatica di Elettricità (SADE) del capitano d'industria Giuseppe Volpi chiede al Ministero dei lavori pubblici l'autorizzazione per utilizzare i deflussi del Piave, degli affluenti Boite, Vajont e altri minori, nonchè la costruzione di un serbatoio della capacità di 50 milioni di metri cubi creato mediante la costruzione nel Vajont, presso il ponte del Colombèr, di una diga alta 200 metri

 19430

15 ottobre - lo spregiudicato "finanziere prestato alla politica" Giuseppe Volpi - nella sua qualità di ministro dell'Industria in carica e grazie alla confusione del dopo 8 settembre in una Roma allo sbando, convoca e ottiene per la sua SADE l'avallo del Consiglio Superiore fascista dei Lavori Pubblici: alla riunione risultano presenti 13 componenti sull'organico dei 34, dunque senza il numero legale (CP A1 7).
(Un atto formale del tutto invalido anche per i parametri delle leggi fasciste che anticipa il modus dei decreti ad hoc e delle cosiddette "leggi vergogna" italiane - cfr.governo Berlusconi). Ascolta un documento 800 kb audio di un cinegiornale del '63).

 

1947

16 novembre, muore VOLPI GIUSEPPE (Venezia 1877 - Roma 1947). Finanziere italiano, 'furbetto del quartierino' ante litteram, colla differenza sostanziale che Volpi possedeva un capitale immenso e sopra tutto concreto: opifici, trasporti, alberghi, officine, tutti elementi che "pesavano". (leggi breve biografia)
All'inizio del Novecento cercò fortuna nei Balcani e nell'impero ottomano, nel commercio del tabacco. Nel 1905, a 27 anni, fondò a Venezia la Sade acquisendo una posizione di primo piano nel settore elettrico. Il palazzo Balbi di Venezia, prestigiosa sede della Sade e noto centro di potere, ospita ai nostri giorni la sede della Regione Veneto. Nel 1917 fu uno dei protagonisti della realizzazione di Porto Marghera. Governatore della Tripolitania (1921-1925, e per questo insignito dal duce col titolo di 'conte di Misurata') sovrintende al macellaio Graziani e alle stragi da questo perpetrate; poi ministro delle Finanze (1925-1928), e presidente della Confindustria mussoliniana (1934-1943). Come Presidente della SADE, diresse contemporaneamente il ministero dell'Industria. Cercò poi di dissociarsi (fu arrestato) in extremis dal fascismo evadendo e fuggendo in Svizzera da cui - annusato il vento - fece sovvenzionare opportunamente le formazioni partigiane del CLN e anche per questo amnistiato.
Il posto di presidente della SADE, dopo la parentesi della sua fuga post-bellica in cui la ditta del Volpi fu diretta dal collega Achille Gaggia, fu preso dal sodale d'avventure e altro ex ministro fascista riverginato, e a sua volta 'conte di Monselice' Cini Vittorio, che si ritrova ereditata "la concessione 15 ottobre 1943" per sviluppare il progetto del "Grande Vajont".
Gli sopravvive a tuttoggi la "Coppa Volpi" di un'altra sua creatura, la Biennale del cinema di Venezia.
La villa palladiana Volpi di Maser (TV) - in quanto tale - è da sempre una attrattiva turistica della zona.

 

1948

24 marzo - decreto Presidente della Repubblica (Luigi Einaudi) di concessione.
(Che condona un abuso e ne autorizza un altro, a un mese dalle prime elezioni repubblicane del Paese)

25 marzo - relazione Dal Piaz: «i numerosi sopralluoghi effettuati in sito, i sondaggi e i cunicoli eseguiti avevano confermato che la diga, nella sezione prescelta, veniva ad impostare per tutta la sua altezza e, cioè, fino al nuovo livello massimo assegnatole [202 m, n.d.r.], nella zona in cui la roccia, generalmente ottima, si presentava, nel suo complesso, più compatta» (CM 48)

15 maggio - la SADE presenta domanda di variante per l'utilizzazione dei deflussi di Piave, Boite e Vajont per la costruzione di un serbatoio di 58 milioni di metri cubi.

11 ottobre - lettera di Semenza a Dal Piaz: «Si tratterebbe ora di esaminare la possibilità di elevare il livello del serbatoio oltre la quota attualmente prevista (677), eventualmente fin verso la 730. [...] Gradirei anche qui il suo parere» (SGI 76)

15 ottobre - lettera di Dal Piaz a Semenza: «Le confesso che i nuovi problemi prospettati mi fanno tremare le vene e i polsi» (SGI 76)

21 dicembre - relazione geologica Dal Piaz: "La struttura geologica della Valle del Vajont agli effetti degli smottamenti dei fianchi che possono derivare dal progettato invaso e dalle oscillazioni del livello del lago". L'attenzione è posta in particolare alla zona di Erto e a quella di Pineda che presentano materiali detritici di dubbia stabilità.
Dal Piaz sostiene che, pur non escludendo la possibilità di smottamenti, si tratti di frane meno ingenti di quanto si può sospettare a prima impressione (CM 42-3). 

 

1949

23 gennaio - il Consiglio Comunale di Erto e Casso ratifica la vendita alla SADE dei terreni situati in Val Vajont di proprietà comunale per la somma di lire 3.500.000, ad un prezzo di lire 3,94 al metro quadrato, da vincolare in titoli di stato al Ministero dell'Agricoltura e Foreste, trattandosi di terreni sottoposti ad usi civici.
Per un errore catastale, il comune vende anche terreni di proprietà privata. Quando si tratta di versare al Ministero dell'Agricoltura e delle Finanze i 3.500.000, il comune li ha già spesi, compresi quelli che deve restituire alla SADE per la vendita dei terreni non suoi.
La SADE anticipa la somma al comune, da scomputare dai canoni per i diritti rivieraschi in conseguenza dell'uso dell'acqua del torrente (MERL 32-33). Nei mesi seguenti comincia la trattativa (e le pressioni) tra la SADE ed i proprietari privati per l'acquisto dei terreni non comunali.

 

1952

18 marzo - la SADE si impegna a costruire sul lago una passerella per riallacciare le comunicazioni con la sponda sinistra della valle, interrotte dal bacino.

18 dicembre - decreto Presidente della Repubblica di concessione relativo alla variante del 15.5.1948.

 

1953

18 novembre - appendice alla relazione geologica Dal Piaz del 21.12.1948.

 

1957

gennaio - la SADE, senza autorizzazione, inizia i lavori di scavo.
(NOTA mia: l'impresa materialmente costruttrice è la milanese Torno fondata - come la SADE - nel 1929. Emblematico che nel "portfolio" della Torno questa realizzazione - tecnicamente tuttora un capolavoro - non sia nemmeno menzionata. Eppure - a rigor di logica - non furono certo loro, a "costruire" la strage, ma semmai i dirigenti della committente).

31 gennaio - la SADE inoltra la domanda per modificare il progetto della diga, portandone l'altezza a 266 metri, allegando la relazione geologica di Dal Piaz del 25.3.1948 ed un'appendice datata 31.1.1957

6 febbraio - lettera di Dal Piaz a Semenza:
«Ho tentato di stendere la dichiarazione per l'alto Vajont, ma Le confesso sinceramente che non m'è riuscita bene e non mi soddisfa. Abbia la cortesia di mandarmi il testo di quella ch'Ella mi ha esposto a voce, che mi pareva molto felice. La prego inoltre di dirmi se devo mettere l'intestazione dell'Ente al quale deve essere indirizzata, e se devo mettere la data d'ora o arretrata. Appena avrò la sua edizione la farò dattilografare e Le farò immediatamente invio. Scusi il disturbo» SGI 82

7 febbraio - risposta di Semenza a Dal Piaz:
«Le allego copia del testo al quale Ella secondo me potrebbe in linea di massima attenersi. Ho lasciato punteggiata una frase che, se Ella crede, potrebbe mettere per illustrare le condizioni delle note cuciture fra strato e strato. L'appendice dovrebbe avere l'intestazione e la data che ho indicato nell'appunto. In ogni modo Le lascio ogni più ampia libertà. [...] A guadagno di tempo, sarebbe meglio che Ella ci consegnasse la relazione già stesa da Lei firmata» (SGI 82).
La data che Semenza indica nell'appunto è il 31.1.1957.

1 aprile - l'ingegner Bertolissi viene nominato dal Genio Civile assistente governativo per la diga del Vajont: il suo compito è quello di seguire in modo permanente i lavori del cantiere e riferirne regolarmente al Genio Civile ed al Servizio Dighe

2 aprile - la SADE presenta il progetto esecutivo, a firma dell'ingegner Carlo Semenza, con aumento dell'altezza della diga da 202 a 266 metri e conseguente aumento della capacità utile del serbatoio a 150 milioni di metri cubi: costo previsto 15 miliardi di lire, con un contributo governativo di 4 miliardi e 805 milioni

17 aprile - la IV° sezione del Consiglio Superiore Lavori Pubblici autorizza l'inizio dei lavori, che la SADE ha già avviato dal gennaio

31 maggio - il Servizio Dighe chiede una relazione geologica adeguata al nuovo progetto

11 giugno - Dal Piaz invia a Semenza il manoscritto della relazione geologica, con un appunto: «Spero che il mio scritto risponda ai suoi desideri e che non ci sia bisogno di modificazioni di fondo. La prego di rimandarmi con suo comodo il manoscritto con le sue osservazioni, delle quali non mancherò di tener conto come di consueto» (CP A1 8)

14 giugno - lettera di risposta di Semenza a Dal Piaz: «Le ritorno la bozza della relazione che, previo soltanto due o tre varianti di scarsa importanza, ho fatto ribattere in bozza, pensando di fare cosa utile anche a lei prima della stesura definitiva.» (CP A1 9)

15 giugno - voto favorevole dell'Assemblea plenaria del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con una prescrizione: «È però necessario completarle [le indagini geologiche] nei riguardi della sicurezza degli abitanti e delle opere pubbliche, che verranno a trovarsi in prossimità del massimo invaso» (CM 49). In altre parole si approva un progetto constatando che per affrontare lo stesso è indispensabile procedere ad ulteriori indagini. È presente Carlo Semenza, che porta con sè la minuta della relazione geologica di Dal Piaz

6 agosto - rapporto geotecnico di Leopold Müller (il secondo che gli commissiona la SADE): «... il terreno in sponda sinistra, caratterizzato da ammassi di sfasciume, sui cui verdi pascoli sorgono numerosi casolari è in forte pericolo di frana, sebbene sia una formazione rocciosa. La roccia è ivi molto fratturata e degradata e può pertanto facilmente scoscendere ed essere posta in movimento» (ASC 57)

25 settembre - la SADE invia al Ministero la versione ufficiale della relazione geologica presentata in bozza il 9.6.1957

 

1958

12 febbraio - la SADE comunica al Servizio Dighe di aver preso visione del voto con la richiesta di ulteriori perizie e formula le sue osservazioni in merito ai rilievi, suggerimenti e raccomandazioni. Nel testo, nessun riferimento alla richiesta delle nuove indagini. Nè il Servizio Dighe nè il Genio Civile rilevano tale lacuna

1 aprile - la IV° sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nomina la Commissione di Collaudo, il cui compito è quello di accertare che la diga venga costruita secondo le prescrizioni, che gli invasi e gli svasi diano risultati soddisfacenti e che l'impianto si dimostri pienamente efficiente. Di essa fanno parte: Francesco Penta, geologo; Francesco Sensidoni, ingegnere capo del Servizio Dighe; Pietro Frosini, ingegnere, presidente della IV° sezione del Consiglio Superiore Lavori Pubblici, che aveva proposto al Consiglio Superiore l'approvazione del progetto; Luigi Greco, presidente del Consiglio Superiore Lavori Pubblici, che aveva approvato il progetto: il Regolamento sui lavori di competenza del Ministero dei Lavori Pubblici, (art. 92, ultimo comma, 25.5.1895 e art. 122 del 23.5.1924) vieta espressamente che possa essere nominato collaudatore nè far parte di commissione di collaudo chi abbia preso parte alla redazione del progetto da collaudare. Alla lettera, Frosini e Greco non hanno redatto il progetto della diga del Vajont, bensì lo hanno approvato.
È chiaro comunque che vengono chiamati a controllori due di coloro che hanno partecipato alla formazione dell'atto da controllare. Francesco Penta è inoltre consulente privato della SADE per l'impianto di Pontesei a Forno di Zoldo (MERLIN 59)

22 aprile - autorizzazione provvisoria del Genio Civile di Belluno alla SADE ad iniziare i getti di calcestruzzo

24 aprile - la SADE sottoscrive le condizioni dettate dal voto del 15.6.1957, dunque impegnandosi anche alle indagini geologiche suppletive

25 agosto - liquidazione del primo contributo del Ministero dei Lavori Pubblici alla SADE

3 ottobre - viene concesso alla SADE di sostituire la passerella prevista nel 1952 sul bacino con una strada perimetrale lungo tutta la sponda sinistra del bacino: alle proteste degli erto-cassani che preferivano la passerella, «La SADE risponde che non si può, che la natura del terreno non permette la costruzione dell'opera» (MERL 49)

29 ottobre - nuova relazione Dal Piaz, riferita al tracciato della strada perimetrale sulla sinistra del Vajont. In essa si osserva l'esistenza, in località Pozza, di roccia fratturata e si suppone che possano esservi in profondità fessurazioni parallele alla valle. Dal Piaz conclude però sostenendo che mancano «segni superficiali per i quali si potesse parlare di avvenuti movimenti» (CM 58)

 

1959

7 marzo - liquidazione del secondo contributo del Ministero dei Lavori Pubblici alla SADE

22 marzo - frana di Pontesei: 3 milioni di metri cubi di roccia cadono nell'invaso costruito dalla SADE. Muore l'operaio Arcangelo Tiziani. Consulente geologico dell'impianto è Francesco Penta, che fa (anche) parte della Commissione di Collaudo per la diga del Vajont.

23 marzo - lettera del geologo Pietro Caloi (che sta studiando la zona della diga dal 1953) all'ingegner Tonini, a proposito della frana di Pontesei: «...ti prego di rileggere la relazione che al riguardo ti ho inviato ai primi di luglio 1958: ciò che è avvenuto vi è previsto con esattezza sconcertante» (ASC 33)

27 marzo - Caloi, sempre a proposito della frana di Pontesei e della sua prevedibilità, scrive all'ingegnere Rossi-Leidi: «Rassicuri pure l'ing. Biadene: la discrezione è nel mio costume. Piuttosto, se mi posso permettere un consiglio, suggerirei di trarre le naturali conseguenze dal fatto.» (ASC 33)

3 maggio - costituzione del Consorzio civile per la rinascita della valle ertana, fondato da 126 cittadini di Erto e Casso

5 maggio - appare su "l'Unità" un articolo a firma di Tina Merlin dal titolo "La SADE spadroneggia ma i montanari si difendono".
La Merlin denuncia le responsabilità della SADE e segnala i pericoli cui la costruzione del bacino espone gli abitanti di Erto. L'articolo costa alla Merlin ed al direttore de "l'Unità" la comparsa in giudizio «per diffusione di notizie false, esagerate, tendenziose capaci di turbare l'ordine pubblico» (CP A1 16)

30 maggio - decreto di concessione relativo al progetto del 1957

19-21 luglio - primo sopralluogo della Commissione di Collaudo, che viene portata anche a Cortina d'Ampezzo ed a Venezia, a cena sulla terrazza dell'albergo Europa. Del sopralluogo, l'ingegner Sensidoni deve presentare una relazione al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici: «Ma del Vajont, tra paesaggi, pranzi e cene, si ricorda poco». Per essere più sicuro la chiede alla SADE, che gliela manda. Gliela invia il Direttore dell'Ufficio studi, Dino Tonini (MERL 61) 

23 luglio - il capo del Genio civile di Belluno, ingegner Desidera, che ha appena imposto alla SADE la sospensione dei lavori di costruzione della strada di circonvallazione sulla sinistra del Vajont (in quanto la società non ha presentato il relativo progetto al Genio Civile), viene trasferito in altra sede con lettera urgentissima firmata dal Ministro dei Lavori Pubblici.

Settembre - la costruzione della diga è ultimata: 261,60 metri di altezza; 190,15 metri di lunghezza al coronamento; 725,50 metri di quota del coronamento; 22,11 metri di spessore alla base; 3,40 metri di spessore alla sommità; 168 metri di corda in sommità;
360.000 metri cubi di calcestruzzo e 400.000 metri cubi di roccia asportata

   (Ascolta la voce di Carlo Semenza in un cinegiornale).

Ottobre - la SADE incarica il professor Caloi di condurre una campagna geofisica sul versante sinistro a monte della diga.

10 ottobre - sesto rapporto geologico di Leopold Müller: i suoi dubbi sulla stabilità della sponda sinistra sono tali che egli propone alla SADE di saggiare la stabilità dei fianchi del futuro serbatoio attraverso dieci diversi tipi di indagine

22 ottobre - secondo sopralluogo della Commissione di Collaudo.

28 ottobre - la SADE avanza domanda di invaso sperimentale, fino a quota 600 metri.

dicembre - viene installata presso i comandi centralizzati della diga una stazione sismica definita da Caloi «unica al mondo» (CM 64).

2 dicembre - crolla la diga del Frejus. Semenza scrive a Dal Piaz: «Spero di vederla presto anche per riparlare del Vajont che il disastro del Frejus rende più che mai di acuta attualità» (MERL 63).

 


dal 1961, al 9/10/'63, fino al processo del '97


  

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Poi sbucarono - e vennero avanti - i delinquenti, naturalmente quelli istituzionali ....

  


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VOMITO, ERGO SUM. Fortogna: nella foto sotto, il *Giardino delle bestemmie* attuale, un fal$o TOTALE dal 2004: falso storico, fattuale, e IMMORALE da 3,5 mln di Euro. Un FALSO TOTALE - a cominciare dai FALSI cippi «in marmo di Carrara» - targato *sindaco De Cesero Pierluigi/Comune di Longarone 2004*.
Oggi questo «Monumento/sacrario» riproduce fedelmente in pianta e in miniatura, come il parco "Italia" di Rimini, il campo "B" di Auschwitz/Birkenau. Fantastico, no?
Ma se ti azzardi a dirlo, sono guai.

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