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Pane e succo di volpe

Ovvero come fare informazione su un sito ISTITUZIONALE, o quantomeno finanziato con fondi PUBBLICI.
Nel caso in oggetto, su di un sito che opera per conto della Regione Friuli V.G. due versioni dal significato completamente diverso, su un dettaglio non secondario della frana del Vajont. La versione inglese è la fedele riproduzione del testo italiano, tranne la porzione evidenziata in giallo. La frase originale in italiano è evidenziata in verde (la versione fattuale storicamente CORRETTA) e sottolineata nelle parole chiave.

Fonte:
http://www.letrevenezie.net/aree_protette/art-03.htm
(Versione al popolo italiano)


[...] ...Il centro visite di Cimolais è un importante punto di riferimento per gli escursionisti che desiderano avere informazioni su quanto offre l'intera zona. Per conoscere meglio i diversi aspetti naturalistici è stato realizzato un percorso didattico che illustra fauna, flora, rocce e vegetazione.
Una breve introduzione avvicina il visitatore al paesaggio naturale circostante. Il centro visite di Erto è interamente dedicato alla catastrofe del Vajont del 1963. È diviso in due sezioni: una ospita una raccolta di foto d'epoca. Il percorso vi condurrà indietro nel tempo alla scoperta di tradizioni, usi e costumi della gente del Vajont prima del tragico evento del 9 ottobre 1963, fino ad arrivare alla fatidica notte quando l'immensa frana si staccò dal monte Toc e precipitò nel lago artificiale, scatenando la furia dell'acqua che causò duemila vittime.

L'altra sezione descrive in modo dettagliato e scientifico l'intera vicenda dalla progettazione del bacino idroelettrico del «grande Vajont» fino al processo. Tutto è raccontato attraverso pannelli descrittivi. Inoltre si possono consultare tabelle, grafici e confrontare plastici illustrativi. Nella saletta multimediale un cd-rom permette di avere una visione globale della catastrofe e di osservare la ricostruzione grafica della frana e filmati originali dell'epoca. [...]

(Graziano Danelin)

Fonte:
http://www.letrevenezie.net/aree_protette/art-ingl-03.htm
(Versione a tutto il resto del mondo, in inglese)


[...] ...The visitors'centre at Cimolais is an important point of reference for tourists who wish to have information about the many excursions around the Park, which are ideal for those visitors venturing into the Natural Park for the first time. In particular, there is an educational tour which offers additional information about the fauna, flora, rock formations and vegetation.
A brief interlude to familiarize the visitor with the surrounding, natural environment. The visitors'centre at Erto is entirely dedicated to the floods which happened after the Vajont dam burst in 1963. The area is divided into two sections, one of which hosts an exhibition of old photographs which take us back over the centuries, to discover the traditions and habits of the Vajont inhabitants prior to the tragic event of 9 October 1963 and then to that fatal night, when a huge rockslide from mount Toc fell into the artificial lake, causing the dam to collapse and the death of 2,000 people.

The other section gives a detailed analysis of the whole event, starting from the hydroelectric project of the Vajont right up to the court hearing following the tragedy. The story is narrated on descriptive panels; it is also possible to consult technical charts and examine and compare the plastic models of the area. The multimedia room offers a cd-rom which makes it possible to have a more general view of the catastrophe through the computerized reconstruction of the rockslide and original films dating back to that period. [...]

(Graziano Danelin *= appare questa firma anche nella versione taroccata, quindi - per le "norme" giornalistiche - il contenuto è attribuibile al direttore del Parco)

 

Succo di falco, e bistecche di Acquila

No, non mi sono sbagliato. La dicitura "Acquila" contrassegna, nel sito, l'immagine sottostante (vedi particolare sotto). Altro segnale di quanta cura è stata «messa in campo» nell'allestire questi materiali. Dev'essere anche questa, tutta colpa delle squole chesta gente a frecuentato. (Vuoi vedere che era lo stesso fantomatico liceo ove si è formato nei corsi di "Tex" Corona??)
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E per riscontrare altre piccole perle grammaticali, basta scorrere qualche altra pagina. Io ho letto solo la pagina in oggetto (Parco Dol.), e mi basta e avanza.
Per essere un prodotto commissionato e benedetto dalla Reg. FVG, su di una "rivista" di pubbliche relazioni che si propone nel 2000 "per promuovere e valorizzare storia(!), cultura(!), arte e turismo", direi che non c'è male.

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Il suo Ente ha scucito i soldini

Si noterà certamente che il concetto «causing the dam to collapse» (significa: "causando il crollo della diga") è completamente e sostanzialmente DIVERSO - oltreché completamente FALSO - da «scatenando la furia dell'acqua». L'impressione è che autore e "traduttore" siano due persone diverse, sebbene la 'firmà sulle due versioni sia identica.
La diga che in inglese "è crollata" non risulta nemmeno l'unica imprecisione, in quanto anche il precedente passaggio che asserisce il Centro Visite di Erto «...is entirely dedicated to the floods which happened after the Vajont dam burst in 1963» suona incongruente. "Burst" (to burst) in inglese significa «scoppiare (anche figurato), spaccarsi, esplodere», eccetera. Tutti possono constatare che invece - e per fortuna - quella del Vajont è l'unica diga al mondo ad aver causato tanti danni e lutti rimanendo in piedi, pressoché integra.
Ma si sa, le dighe "crollano" per definizione... oppure non fanno notizia.

Il lato sconfortante di questa baggianata sta principalmente nel fatto che questo sito (prodotto e gestito con fondi pubblici, miei e tuoi) e i suoi diciamocosì "curatori" non stanno in Tanganika, ma nel NordEst d'Italia, dove le vicende del Vajont sono, come dire, di casa e di ieri, carne & sangue. La firma apparente risulta quella del Direttore del Parco... e nei vari passaggi dalla stesura, alla "traduzione", alla pubblicazione, alla verifica del "prodotto" finale (se mai c'è stata) nessuno s'è accorto (nessuno sembra sapere) che la diga NON E' CROLLATA. Rimane l'amarezza di scoprire, in una pubblicazione ITALIANA, un altro tassello di disinformazione al pubblico internazionale, spacciando una versione vergognosamente falsa della catastrofe. Che si aggiunge a parecchie versioni taroccate e indecenti su siti web anglosassoni di geologi e persino di Università prestigiose, rimaste evidentemente ferme alle versioni "naturalistiche e complottistiche" del '63, tramandateci da giornalisti del calibro di Montanelli e Buzzati.
E che si aggiunge alla disinformazione (e mistificazione) che altri "prestigiosi addetti ai lavori" portano avanti con notevole successo, grazie ad un pubblico distratto e disinformato. Alleluja.

Fonte primaria: http://www.letrevenezie.net/. Cercare: Friuli > Parco Naturale Dolomiti Friulane

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