Spedito alla Biblioteca di Longarone (BL) nel giugno 2010,
su richiesta della stessa
Foto di copertina di Valeria Saturno
PREMESSE
Questo breve saggio nasce per chi mi sta intorno, per quelli che fanno parte della mia vita, per incuriosirli.
Volevo dare uno spunto per approfondire una storia sulla quale riflettere, come ho fatto io. Ma più scrivevo e più mi rendevo conto di avere sempre più cose da dire a molte più persone. Avrei ancora tanto da leggere in merito, tanto da scoprire, tanto da ascoltare, e Io farò. Intanto, mi accontento di aver almeno cercato di non sedermi sul quotidiano, sulla routine che offusca la mente, sulla tristezza di non sapere, e provare a trasmettere un po' di quello che ho imparato.
Anni fa ero completamente riempita di una nuvola grigio fumo, con la disperazione di non poter cambiare nulla.
E così sarà. Anzi, il mio Paese peggiora di giorno in giorno. Ma io scrivo perché e il modo che mi fa sentire meno inutile, meno disperata; ho bisogno di informazione, di cose nella mia testa per mandare via quella nuvola grigiofumo che il quotidiano mi ricorda stia sempre in me.
Non so di preciso cosa mi leghi tanto a questa storia, ma qualcosa ci deve essere.
Alla mamma, al papà e al fratello che ho la fortuna di avere e
alle case che ho avuto la fortuna di abitare.
A tutti quelli che non ascoltano quando cerco di raccontare, del Vajont e di me.
Che possano diventare corpi senza nomi o nomi senza corpi.
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Io non so perché abbia cosi a cuore la storia del Vajont. O perché lo sto cercando. Forse perché non comprendo come il mio Paese possa così dimenticare
le tragedie, e più che altro che non impari nulla da esse.
Come ci può essere tanta disinformazione? Tanta poca informazione? Tanta cattiva informazione?
Su tutto. Non solo sulla tragedia del Vajont. Le persone sono costrette a correre ogni giorno, senza il tempo di pensare, io stessa non ho più tempo di pensare. Siamo tutti in cerca di un presente o almeno di un futuro economicamente sereni.
Perché non siamo un popolo che tiene alla comunità, come lo sono i Tedeschi, gli Austriaci, i Francesi e tanti altri? perché vendiamo le nostre vite per futili traguardi e non ci ricordiamo di quello che eravamo? Perché lo Stato non è con noi. Ecco perché. Non è dalla parte di chi lavora, di chi cresce, di chi nasce, di chi partorisce, di chi si ammala, di chi invecchia. E quindi ognuno fa per sè.
Nell'ottobre di tre anni fa uscì un piccolissimo articolo in internet sull'anniversario della tragedia. Non si capiva nulla. Non capivo. Che tragedia? Non mi rendevo conto. Ho cominciato a leggere, a documentarmi, a voler capire. Non mi pareva vero. Non era possibile.
Non era possibile.
E la mia domanda ricorrente era "Perché non si son fermati?", e le risposte erano "Per i soldi, il potere".
Per i soldi. Il potere.
Potevano cercare un'altra valle più adatta, per i soldi e il potere, questo pensavo. E in seguito, potevano evacuare le persone. Questa l'ultima decisione che non hanno preso.
Questa è la vera follia umana.
E ci sono andata nel Vajont. E ci sono ritornata.
[...]
IO NON POSSO. Libero saggio sulla tragedia del Vajont
«Si alternano momenti più specificamente informativi e attinenti alla cronaca, a momenti più intensamente emotivi in cui a volte le inspiegabili coincidenze della vita intersecano storia e lutti, vicende pubbliche e vicende personali, e la morte sembra trovare catarsi nella somma dei dolori e delle sofferenze".
- Claudio Bianconi - Corriere dell'Umbria
Una piccola voce quella dell'autrice, per urlare una cronaca di ordinaria ingiustizia in questa Italia sempre più alla deriva. »
- "L'abbraccio e la parola" di Viviana Capraro (gentilmente speditomi gratis dal
Comune di Longarone)
- "I fantasmi di pietra" di Mauro Corona
- "Le scarpette di vernice nera" di Viviana Vazza
NOTA BENE. Il filmato qui sopra oggi è disponibile online SOLO QUI su Vajont.info. È stato oscurato persino sul sito de "Le Jene". Meditate, meditiamo.
(www.vajont.info è il più vasto e documentato sito online, non a caso l'unico che ospita questo saggio, dopo www.ilmiolibro.it dove puoi acquistarlo stampato nota di Tiziano Dal Farra)
Ai navigatori. Queste sono tutte pagine "work-in-progress" (modificabili nel tempo) e puo' essere che qualche link a volte non risulti efficiente, soprattutto quelli obsoleti che puntano (puntavano) a dei siti web esterni. Scusate, e eventualmente segnalatemelo indicandomi nella mail la pagina > riga > link fallace.
Ritagli di giornali, libere opinioni, ricerche storiche, testi e impaginazione di: Tiziano Dal Farra (se non diversamente specificato o indicato nel corpo della pagina)
« VOMITO, ERGO SUM »
Fortogna: nella foto sotto, il *Giardino delle bestemmie* attuale, un fal$o TOTALE dal 2004: un falso storico, fattuale, e IMMORALE da 3,5 mln di Euro.
Un FALSO TOTALE e oggettivo - a cominciare dai FALSI cippi «in marmo di Carrara» - targato *sindaco De Cesero Pierluigi/Comune di Longarone 2004*.
Oggi questo «Monumento/sacrario» riproduce fedelmente in pianta e in miniatura, come il parco "Italia" di Rimini, il campo "B" di Auschwitz/Birkenau. Fantastico, no? ma se solo ti azzardi a dirlo, sono guai. $eri.